Non è chiesto agli esseri umani di condividere tutto (nel senso di “essere d’accordo”), né sarebbe augurabile…
Dobbiamo però cominciare a educarci alla comprensione, cioè a “prendere dentro”, “far proprio” il punto di vista dell’altro.
«Comprendimi» non significa: «rinuncia al tuo punto di vista, fai finta di niente, fammelo fare lo stesso, non opporti».
Comprendere significa capire cosa l’altro sta dicendo e cogliere come lo sta significando.
Si può accogliere qualcuno anche se sta facendo una cosa che consideriamo sbagliata.
Si può comprendere qualcosa anche non condividendola affatto.
Si può abitare un’idea anche restando della propria.
Anzi! Si può restare della propria idea in modo non becero e un po’ più consapevole proprio perché si capiscono e si comprendono le idee differenti.
Altrimenti è un confronto fra ultras.
Serve la testa per comprendere, perché studiare una teoria che non condividiamo è difficile, abbracciarla come se fosse nostra per poi lasciarla, necessita di un buon cervello.
Serve il cuore per comprendere, perché mettersi nei panni di una Persona che non tolleriamo prevede un’umanità nuova.
Un’umanità che allontani più che può il giudizio, per far spazio all’accoglienza, al diritto di essere diversi gli uni dagli altri.
Per quanto diversi, comunque fratelli.